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Grano duro: l’annata 2012 giustifica l’aumento dei prezzi?

Il grano duro (Triticum turgidum var. durum) è una specie molto conosciuta nel bacino del Mediterraneo perché oltre ad essere utilizzata per fare la pasta, è l’ingrediente base per il cous-cous e il bulgur. In quest’area il grano duro viene prodotto in abbondanza ma non a sufficienza: viene quindi importato da altre aree ed in particolare dal Nord America (Canada, Messico e USA). Il suo prezzo, come quello degli altri cereali, varia di anno in anno in funzione delle rese agronomiche mondiali.

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A livello globale, a causa dell’andamento climatico, per l’annata 2012 si registrano forti cali produttivi generalizzati per il mais (siccità) e localizzati per il grano tenero (forti gelate in alcune aree dell’Europa e del Mar Nero; alluvioni in Australia; siccità in Argentina e nelle aree centrali degli USA e in Russia). Tutto questo sta causando un aumento dei prezzi.
Rispetto ad altri cereali, il grano duro è stato afflitto in misura minore dalla siccità e le rese sono state buone. In Italia e in generale in quasi tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo, con l’eccezione della Spagna e del Marocco, il raccolto è stato ottimo sia in termini di quantità che di qualità.
La scorsa settimana la U.S. Wheat Associates ha diffuso i dati drammatici sulla riduzione delle rese e delle produzioni del mais e di altre colture estensive in USA, prevedendo al contrario un buon raccolto di grano duro. Negli USA e in Canada il grano duro è prevalentemente coltivato nei Northern Plains (soprattutto in Nord Dakota per gli USA e in Saskatchewan per il Canada). Qui le piogge e le buone temperature hanno favorito la produzione primaverile-estiva di questa specie.
Nonostante un quadro generalmente positivo per il grano duro, anche il suo prezzo tende ad aumentare di settimana in settimana a partire dalla fine dell’ultimo raccolto (280 euro/t grano duro vs 265 euro/t grano tenero – Borsa Merci Bologna al 2 agosto 2012). L’aumento dei prezzi avviene quindi più per inerzia che per una reale diminuzione della disponibilità sul mercato.
I prezzi delle specie cerealicole sono sempre più sottoposti ai trend internazionali e si influenzano significativamente tra di loro. L’esempio di quest’annata del grano duro è lampante: quantità e qualità sono disponibili sul mercato, ma il prezzo tende ad aumentare a causa della scarsità dei raccolti di grano tenero, mais e altre specie da granella.
Date le buone rese nell’area mediterranea e le ottime previsioni americane ci aspettiamo un’annata di commercializzazione del grano duro molto interessante. Anche per quanto riguarda la produzione, la “caccia” ai lotti di qualità sarà meno difficile.
Ci chiediamo se in Italia aumenterà anche il prezzo della pasta o se i mugnai e i pastifici riusciranno a riassorbire l’aumento del costo del grano duro. Seguiremo gli sviluppi nei prossimi mesi.

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